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Stanca: "Ogm, dalla scienza una tecnologia matura e senza controindicazioni"

Agricoltura, genetica molecolare, Ogm e sistema italiano della ricerca: sono questi i temi affrontati da Michele Stanca, noto genetista vice presidente del Consiglio accademico dei Georgofili, in un'intervista rilasciata ad Agricultura.it.

"E' idilliaco e integrato" il rapporto fra agricoltura e genetica molecolare, secondo l'esperto. "Basti pensare all'uso dei marcatori molecolari per seguire il fato degli alimenti e delle loro componenti fondamentali. Grazie a questa tecnica molecolare - ha proseguito - siamo in grado di svelare fino allo 0,2% della farina di frumento tenero nelle semole di frumento duro, in maniera matematica senza sbagliare. Lo stesso si può fare per definire se una mozzarella è di bufala o di vacca, per fare gli esempi più semplici".

"Nel campo della biologia molecolare integrata con la genetica, si aprirà tutto un mondo nei prossimi 20 anni, che darà dei risultati - ha aggiunto -. Questo indipendentemente dagli Ogm, che sono una tecnologia matura prevista dalla scienza che è l'unica attività umana che cerca di avvicinarsi alla verità e produce tecnologia per l'uomo. Usarla o no è una scelta di tipo politico, non scientifico. Scientificamente però hanno un valore se appropriatamente usati e non ci sono controindicazioni di tipo ambientale, allergenico o fisiologico. Su questo solo i genetisti possono parlare, il resto sono opinioni, chiacchiere da bar sport o dal barbiere".

L'intervista termina con una considerazione: "Manca un sistema italiano della ricerca". Stanca ha sottolineato la necessità di unire diverse competenze per raggiungere obiettivi complessi, tramite idonei finanziamenti, che sono fuori dalla portata dei singoli. "La biologia molecolare attraverso la genetica sarà un attore per sviluppare la pianta del futuro, che tutti stiamo rincorrendo in giro per il mondo - ha concluso -. Diversamente continueremo a importare e l'industria nazionale non si svilupperà mai. Saranno sempre gli altri, come francesi, tedeschi e inglesi. Oppure egiziani e tunisini, che stanno investendo moltissimo nella genetica avanzata".


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