27-08-2019
Prosegue l'adozione di colture GM in Africa
L’Africa continua a fare progressi costanti nell’adozione di colture biotech, grazie alla Nigeria che diventa il primo paese al mondo ad approvare il fagiolo dall’occhio biotech, aggiungendo così una nuova coltura al “cestino biotech” globale. Ce lo racconta l’ultimo report dell’ISAAA, Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops in 2018. Il regno di eSwatini (l’ex Swaziland) si è unito a Sudafrica e Sudan nel coltivare piante biotech in Africa, con la coltivazione a scopo commerciale del cotone BT, resistente agli insetti. Nigeria, Etiopia, Kenya e Malawi hanno invece accordato i permessi per il cotone biotech, ad attestare come l’Africa sia ormai pronta all’adozione delle nuove tecnologie in agricoltura.
Due eventi di lancio sono stati tenuti in Africa, in particolare in Nigeria e in Sudafrica. Il primo si è svolto ad Abuja, in Nigeria, il 22 agosto scorso, mentre il secondo ha avuto luogo a Pretoria, in Sudafrica, il 27 agosto.
L’inaugurazione in Nigeria è stata organizzata in collaborazione fra l’AfriCenter ISAAA e l’Open Forum sull’Agricoltura Biotecnologica della Nigeria (OFAB Nigeria). Erano presenti 30 stakeholder dell’ambito biotech, fra cui le autorità di regolamentazione per la biosicurezza, comunicatori e giornalisti. L’evento è stato presieduto dal direttore generale della National Biosafety Management Agency (NBMA), Rufus Ebegba, e lo Chief Executive Officer della National Biotechnology Development Agency (NABDA), Alex Akpa.
Nel presentare i punti focali del report, la direttrice dell’AfriCenter Margaret Karembu ha salutato con forza il progresso della Nigeria nello sviluppo e nell’adozione delle colture biotech, sottolineando che il paese è leader nella concessione dei permessi per l’agricoltura tecnologica, permessa peraltro da un sistema di biosicurezza efficiente: “Il mondo è in una traiettoria di avanzamento tecnologico. La rivoluzione green che ha preso piede saldamente nella seconda metà del Novecento si è evoluta con rapidità nella gene revolution. – ha affermato la dottoressa Karembu – Noi stiamo ora compiendo progressi nel genome editing, una tecnologia più precisa e accurata per sviluppare varietà più produttive, altamente nutrienti e resistenti al cambiamento climatico, utili per la crescita continua della nostra popolazione”.
All’evento a Pretoria è stato illustrato che la media delle adozioni di colture biotech in Sudafrica è salita dal 93% del 2017 al 96% del 2018, mantenendo il suo posto in classifica fra i primi dieci paesi ad utilizzare queste varietà negli ultimi vent’anni. Anche questo momento è stato organizzato dall’AfriCenter con la partecipazione dell’Agricultural Writers Association South Africa.